L’evento che ha staccato più biglietti. Vitale: “Ma i ragazzi sono sfiduciati”

Autore: Giuseppe Bottero
Più di Justin Bieber, Madonna, Red Hot Chili Peppers, Cure e Marco Mengoni. L’evento italiano che, nel quarto trimestre dell’anno scorso, ha staccato il maggior numero di biglietti si chiama Movement, super festival torinese di musica e cultura elettronica che – dati Siae – ha portato al Lingotto oltre diciassettemila persone.
Un successo che, racconta Maurizio Vitale junior, co-fondatore assieme a Luigi Mazzoleni, «si crea con anni di sofferenza imprenditoriale, visione, perseveranza, passione e fatica». Nel sistema torinese, Movement è un po’ un’eccezione. Tra i grandi festival è uno dei più recenti, chiama a raccolta un pubblico fatto di giovani e a volte giovanissimi, mescola industria e intrattenimento.
In qualche modo, è figlio della crisi, visto che l’idea e gli investimenti, fatti senza il sostegno del pubblico, sono partiti nel 2008, mentre la finanza affondava e contagiava l’economia reale. Insomma, il vento soffiava nella direzione contraria.
«Eppure ci abbiamo provato lo stesso. Sono arrivato tra gli ultimi nel settore dei gestori culturali, ed è stata la mia fortuna perché ho avuto il tempo di formarmi» dice Vitale, che sulle prospettive di Torino, e del Nord-Ovest, ha idee chiarissime.
«Da un decennio la percezione di Torino è cambiata, ci si aspetta sempre qualcosa in più. Però in questo momento la nostra città soffre, c’è il rischio che aumenti il divario tra ricchi e poveri».
Il termometro sono i volti dei ragazzi che, per tre giorni all’anno, si ritrovano sotto l’insegna di Movement.
«Sono spersi, meno fiduciosi».
Nonostante le difficoltà, restano delle piccole isole su cui puntare:
«Le università funzionano, la ricerca è di alto livello. Per costruire il futuro bisogna partire dalla scuola. È una questione culturale, occorre insegnare l’importanza di fare impresa. In Italia esistono ancora troppi pregiudizi, invece occorre insegnare che chi diventa ricco lo merita e aiuta il territorio».
È una frase che ripete spesso anche Marco Boglione, il numero uno di BasicNet, con cui Maurizio Vitale Junior, figlio dell’uomo che inventò Jesus Jeans e Robe di Kappa, ha lavorato a lungo. Movement, dice Vitale, è un esempio di impresa che crea ricchezza condivisa:
«Nel fine settimana dell’evento lavorano trecento persone. Se noi cresciamo, ci sono più occasioni per tutti».
La Stampa 12.04.2017
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