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È nata a marzo 2020, proprio nella fase iniziale dell’emergenza sanitaria ed economica legata alla pandemia di Covid-19, la Club Festival Commission Italia, una sorta di aggregatore o associazione di categoria per le imprese e gli attori del mondo della notte: club, festival, promoter, DJ. I venticinque fondatori, fra i quali i DJ Claudio Coccoluto, Alex Neri e Lele Sacchi, rappresentano uniformemente tutto il Paese, non solo le grandi città come Milano, Torino, Roma e Napoli, o i poli storici come la Riviera romagnola, ma anche altre zone apparentemente periferiche che più recentemente hanno trovato nell’intrattenimento una nuova vocazione, sia socio-culturale che economica.

Il Presidente della CFC è Maurizio “Juni” Vitale, co-fondatore e deus ex machina di Movement Torino Music Festival e Kappa FuturFestival (nonché fondatore e titolare di Audiodrome Live Club), che ci ha raccontato le motivazioni alla base di CFC e i suoi obiettivi di medio-lungo periodo. L’idea di questa commission, affine a quelle già esistenti negli Stati Uniti e in Europa, è venuta da una serie di messaggi rimbalzati all’interno di un gruppo Whatsapp dopo la chiusura delle attività, quando tutti gli imprenditori e gli operatori della scena clubbing italiana si sono trovati nell’incertezza assoluta. Vitale stesso – ci ha svelato – ha raccolto l’invito di questo gruppo e non di altri, che pure erano sorti nello stesso contesto di difficoltà e preoccupazione, perché per la prima volta ha trovato unità di intenti e voglia di professionalità, elementi fondamentali per presentarsi in sede istituzionale e confrontarsi su temi importanti.

Trovata la formula di partenza, la CFC è riuscita a instaurare un dialogo costruttivo con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, proponendo emendamenti alla stesura dei vari Decreti – dal Cura Italia di marzo al Rilancio di luglio – e avanzando richieste per necessarie misure di sostegno alle imprese culturali e dell’intrattenimento del mondo della musica elettronica. Le questioni poste sul tavolo sono state cruciali, dalla possibilità di ottenere maggiore liquidità e tempi di restituzione più estesi alle misure e detrazioni di natura fiscale, fino all’allungamento della casa integrazione e al riconoscimento del gravissimo danno economico subito dal comparto. «Siamo stati il comparto più danneggiato», ha sottolineato Vitale, «ed è stato fondamentale che governo e istituzioni lo riconoscessero ufficialmente, per consentirci di accedere più facilmente a garanzie di copertura e ottenere in generale procedimenti più snelli. Le complicazioni burocratiche e amministrative rappresentano sempre un ostacolo, ma in questo periodo non possiamo permetterci perdite di tempo».

Da parte nostra», ha continuato il Presidente di CFC, «dobbiamo dimostrare di essere un interlocutore affidabile e professionale, allacciando e mantenendo rapporti proficui e costruttivi con enti e istituzioni locali e nazionali attraverso un’azione congiunta e continuativa. Molto spesso si presenta un problema di reputazione del mondo del clubbing italiano, nonostante la dimensione internazionale raggiunta da molti club e festival. È molto difficile ottenere patrocini ed è impossibile accedere a bandi per le imprese private, anche se il movimento della musica elettronica è diventato un traino per il turismo e l’economia del Paese. Succede sempre più frequentemente che le persone scelgano una meta di vacanza per la presenza di un evento musicale o di un festival».

Ma come fare per costruire questa reputazione? «C’è un problema culturale, sicuramente, ma noi imprenditori dobbiamo impegnarci per portare avanti buone pratiche di industrializzazione e avere bilanci trasparenti: il tema chiave deve essere l’emersione della gestione delle nostre imprese, che siano club o festival. Musica underground, sì, ma gestione economica assolutamente emersa e trasparente. Soltanto così potremo far capire alle istituzioni che i festival sono una risorsa preziosa: producono cultura, economia e inclusione, propongono soluzioni tecnologiche innovative e puntano alla sostenibilità. Non mi stancherò mai di dire che è fondamentale per i giovani frequentare i festival, sono occasioni di conoscenza e aprono la mente».

Qual è dunque l’obiettivo della Club Festival Commission italiana? «L’obiettivo principale è di lunghissimo periodo: dare rappresentanza e istituzionalizzazione alle imprese culturali e dell’intrattenimento del mondo della musica elettronica. Nel breve periodo vogliamo allargare la base degli associati e creare una rete con le commission già esistenti a livello internazionale negli Stati Uniti e in Europa».

Di Claudia Galal